Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) mette a disposizione del Paese risorse ingenti.
L’attuazione del Piano potrà determinare un aumento significativo della domanda in numerosi comparti.
La gran parte di queste, pari a 191,5 miliardi di euro, sono erogate attraverso il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and resilience facility, RRF), il principale strumento del programma Next generation EU.
Questi finanziamenti devono essere utilizzati entro il 2026 e vengono corrisposti con cadenza semestrale, a condizione che siano completati le riforme e gli investimenti previsti dall’accordo con la Commissione europea1.
Ulteriori risorse, soggette a minori condizionalità, sono rese disponibili attraverso il programma comunitario React-EU (13,5 miliardi) e la programmazione nazionale aggiuntiva, con l’istituzione di un Fondo nazionale complementare (30,6 miliardi).
Nel complesso, i finanziamenti ammontano a 235,6 miliardi, circa il 13 per cento del PIL.
L’attuazione del Piano potrà pertanto determinare un aumento significativo della domanda in numerosi comparti; le imprese saranno chiamate ad adeguare rapidamente i propri volumi di attività.
L’attuazione del PNRR produrrà una domanda aggiuntiva di lavoro di 375 mila occupati, per il 79% nel settore privato.
Dalle sole costruzioni nel 2025, anno di picco, si attende l’attivazione di 95.600 occupati, circa il 10% dello stock pre-pandemico.
Il settore ricerca e sviluppo avrà circa 16.000 nuovi occupati mentre quello della produzione di computer, elettronica e ottica potrebbe crearne di 12.700.
È quanto messo in evidenza dalla Banca d’Italia con l’Occasional Paper n. 747 dal titolo “L’occupazione attivata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le sue caratteristiche”.
Questo lavoro propone una quantificazione della domanda di lavoro generata dal PNRR nei diversi settori e la sua ripartizione per tipo di competenze richieste.
Le stime sono ottenute allocando le risorse del Piano ai comparti la cui produzione verrà plausibilmente attivata e calcolando il valore aggiunto generato in ciascuno di essi.
Per accedere alla pubblicazione della Banca d’Italia clicca qui.