info legacoop liguria

info legacoop liguria
logo info legacoop liguria
news sito aggiornato a Dicembre 2023
La rivista online di Legacoop Liguria
Ed. Gennaio 2017

Legacoop rilancia il WORKERS BUYOUT contro la crisi

 

Legacoop Liguria ha deciso di lanciare una campagna sul “workers buyout” nell’intento di affrontare la crisi in modo innovativo, cercando di tenere sul mercato le imprese grazie ai lavoratori che si associano in cooperativa.

 

Alla luce delle gravi difficoltà del sistema produttivo ligure, nel mettersi a disposizione per supportare studi di fattibilità di eventuali casi concreti, Legacoop chiede di valutare l’opportunità di promuovere un’iniziativa legislativa volta a dotare la Regione Liguria di una specifica normativa di sostegno così come avviene in altre Regioni italiane.

 

Cos’è il “workers buyout”

Con workers buyout - letteralmente “acquisizione d’impresa da parte dei lavoratori” - ci si riferisce ad una serie di operazioni, di tipo societario e finanziario, finalizzate all’acquisizione dell’azienda da parte dei suoi lavoratori per assicurarne la continuità. Si tratta, in particolare, di quelle situazioni in cui l’impresa deve gestire il ricambio generazionale oppure affrontare una situazione di crisi, in seguito alla messa in liquidazione o al fallimento.

In quest’ultimo caso i lavoratori - riuniti in cooperativa - prendono in affitto o acquisiscono l’azienda dal liquidatore o dal curatore fallimentare, utilizzando i propri risparmi o l’indennità di mobilità, grazie all’anticipo dell’indennità stessa in unica soluzione che se l’INPS eroga per destinarla alla capitalizzazione da parte dei soci.

 

Strumenti legislativi

A supporto dell’operazione di workers buyout, esistono in Italia alcuni strumenti legislativi:

·         Legge 27 febbraio 1985, n. 49 – Legge Marcora e successive modificazioni;

·         Legge 23 luglio 1991, n. 223, art. 7, comma 5 - e successive modificazioni;

·         D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, art. 11, comma 2.

A partire dalla legge che le istituisce (Legge Marcora 49/1985), tali operazioni sono sempre state supportate per il grande valore sociale e imprenditoriale che possono rappresentare nel tessuto economico nazionale, attraverso un fondo di rotazione per il finanziamento di progetti formulati da società cooperative, nonché un fondo speciale per gli interventi a salvaguardia dei livelli di occupazione.

I destinatari diretti del contributo non sono le società cooperative, ma le società finanziarie che a loro volta concedono finanziamenti alle società cooperative svolgendo una rilevante funzione di sostegno alle operazioni di workers buyout.

Negli ultimi anni il quadro normativo ha ulteriormente potenziato le possibilità offerte: dal 1° gennaio 2017 è possibile richiedere interamente la NASPI (vecchia indennità di disoccupazione) per partecipare a tali iniziative e il D.L. 145/2013 prevede che queste cooperative abbiano diritto di prelazione per l’acquisto dell’impresa.

 

Strumenti finanziari

Al fine di sostenere l’iniziativa di quei lavoratori che decidono di rilevare l’azienda o un suo ramo, dal 1986 esiste la società finanziaria C.F.I. (Cooperazione Finanza Impresa), fortemente voluta dalle Centrali Cooperative.

La C.F.I. accompagna il progetto dell’impresa cooperativa assistendo in fase di start-up, concedendo finanziamenti e partecipando al capitale attraverso:

·         Capitale sociale (come socio finanziatore, di minoranza, temporaneo);

·         Capitale di debito (finanziando investimenti fissi della cooperativa).

I lavoratori possono inoltre contare sul supporto finanziario dei fondi pensione o mutualistici (come Coopfond, il fondo mutualistico nazionale di Legacoop, Fondosviluppo, fondo mutualistico nazionale di Confcooperative e General Fond, fondo mutualistico nazionale dell’AGCI) che possono acquisire quote di capitale e/o erogare finanziamenti alla cooperativa.

A tali fondi le neonate cooperative possono presentare il loro business plan in modo da valutare precisamente le modalità e le condizioni di partecipazione dei fondi al progetto. Importante è anche l’assistenza che può essere fornita dai servizi territoriali delle Centrali Cooperative nel processo di costruzione della nuova società, in termini di consulenza amministrativa, fiscale, di relazioni sindacali.

 

Il contesto italiano

Nato negli Stati Uniti, il workers buyout si è poi diffuso in tutto il mondo.

Nel rapporto “Le imprese recuperate in Italia” (Euricse, 2015), vengono segnalati 122 casi attivi di workers buyout in Italia con un sostanziale aumento negli anni della crisi dei casi di aziende salvate grazie all’intervento dei loro lavoratori (da 81 a 122 tra il 2007 e il 2013).

Ad oggi il C.F.I. sta partecipando a 39 operazioni di workers buyout in 12 regioni d’Italia, 13 solo in Emilia Romagna, garantendo a centinaia di lavoratori la possibilità di dare continuità all’attività della loro stessa azienda.

 

Nessuna di queste operazioni ha attualmente interessato la Liguria.

Per questo motivo e dato il difficile contesto economico, il tema oggi consiste - anche in Liguria, nell’individuare possibili strumenti regionali a sostegno delle operazioni di workers buyout - attraverso misure legislative ad hoc o ad integrazione delle attuali - e nel diffondere la conoscenza delle opportunità del workers buyout attraverso specifiche azioni informative.