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La rivista online di Legacoop Liguria
Ed. Marzo 2018

1908: il primo congresso delle cooperative liguri

Maggio 1908: centodieci anni fa, nell’anno delle grandi agitazioni nelle campagne emiliane e nella siderurgia e all’apice della prima grave crisi economico-finanziarie del Novecento, le cooperative liguri si riuniscono per la prima volta a congresso.

 

Il 3 maggio a Genova, nella sala del circolo socialista di via Casana 1, la Federazione delle cooperative della Liguria, dopo un intenso lavoro di preparazione, riesce a riunire 80 società liguri tra consumo, produzione e agricole in vista del congresso nazionale di Reggio Emilia.

 

Vi partecipano le principali organizzazioni della regione: le cooperative di consumo di San Terenzo, “Cortese” e “Vittoria” di Migliarina, “Progresso” e “Unione Fraterna” di Spezia, “Popolare” di Marola, “La famiglia” di Vezzano, “Operaia” di Pontedecimo, “Sanmargheritese” di S. Margherita Ligure, quella di Ponte Cimito di Borzonasca, Ferrovieri di Sampierdarena, Pontedecimo e Genova, l’”Avanti!”, quella dei Lavoratori di Quarto, di Prà, i contadini di Spezia, l’”Unione Albenganese” e quella di Toirano, i Ferrovieri di Ronco, la “Fratellanza” di Rapallo, la “Fratellanza di consumo” di Rovegno, di Ventimiglia, di Busalla, gli operai arsenalotti di Spezia, di Fontanigorda, gli infermieri del manicomio di Quarto e la Gastronomica di Genova.

 

Tra i temi in discussione nell’assise ligure, il credito agrario, la costituzione di un’agenzia per l’acquisto collettivo, l’applicazione delle nuove leggi sugli appalti varate da Luigi Luzzati, che consentono alle pubbliche amministrazioni di concedere ai consorzi tra cooperative di lavoro appalti a trattativa privata per lavori d’entità non superiore ai due milioni. L’importanza del provvedimento legislativo si ritrova nel principio della destinazione degli utili a scopi di previdenza, mutualità e cooperazione, che introduce legislativamente la distinzione tra mutualità e cooperazione e sancisce in tale modo il carattere della società cooperativa come strumento di categoria; inoltre viene introdotto il principio della vigilanza governativa, inaugurando quindi la tendenza all’intervento dello Stato diretto a riassorbire o controllare quelle esperienze di auto-organizzazione e autodifesa delle classi disagiate.

 

Ma l’importanza del congresso consiste nell’essenza della Federazione stessa, costituita solo l’anno precedente tra le più importanti cooperative di consumo e produzione lavoro della Liguria, insieme centrale di rappresentanza e primo embrione del futuro Consorzio tra le cooperative di produzione e lavoro, che tra il 1909 e la prima guerra mondiale, usufruendo delle facilitazioni accordate ai consorzi di cooperative dalla legge 25 giugno 1909, assumerà l’appalto di numerosi lavori tra cui l’ampliamento del cimitero degli Angeli e quello della Castagna a Sampierdarena, la costruzione delle scuole e dell’asilo di Pegli, i lavori di sistemazione delle arcate della chiesa di S. Stefano in via XX Settembre, la manutenzione degli stabili del Genio militare: «La fiorente nostra Federazione delle Cooperative si sviluppa in modo notevolissimo. Essa, oltre a funzionare come vincolo tra tutti i sodalizi federati, che aiuta col credito, colla direzione, colle ispezioni, colla tenuta della contabilità, ecc., agisce anche direttamente con imprese proprie».

 

Il Congresso è anche l’occasione di fotografare lo stato della cooperazione ligure a inizio secolo.

 

L’anno precedente, al settimo congresso dell’Alleanza cooperativa internazionale di Cremona, il movimento cooperativo ligure - tra Alleanza cooperativa di consumo “Avanti!”, le cooperative di produzione metallurgica, quelle di lavoro portuale e federazione – rappresenta circa 11.000 associati nella sola Genova.

 

A fine 1907, il primo tentativo di organizzazione di strutture di secondo livello porta alla nascita dell’Ufficio intersociale di Spezia; nel 1909, con 15 cooperative consorziate, registrerà un volume di affari di due milioni di lire e 2.000 azionisti. In campo agricolo, nell’imperiese continua l’incessante attività pedagogica di Mario Calvino, padre di Italo, attivo nell’insegnamento presso la Cattedra ambulante di agricoltura e nella costituzione del Vivaio cooperativo della Liguria.

 

Tra i lavoratori del porto, sempre nel 1907 entra in vigore il nuovo regolamento del lavoro, che prevede l’organizzazione degli operai in categorie e squadre e costituzione, tra i lavoratori di ogni singola categoria, di un’associazione o Compagnia, con a capo un console, alla quale è assegnato il compito di provvedere alla mutualità e previdenza. Promosso dalla cooperativa Avanti! e dalla Cooperativa Sbarco e imbarco carboni fossili, infine, viene inaugurato il ristorante cooperativo portuale al Passo Nuovo, che si unisce a quello già esistente in via XX Settembre, il Ristorante Cooperativo Gastronomico.

 

Qui, la sera, nel tradizionale momento conviviale «i congressisti si radunarono a geniale banchetto, di cui ecco la distinta gustosissima: antipasto assortito con burro del Consorzio agrario di Genova ed alici dell’Alleanza Cooperativa, ravioli alla genovese, dentice lesso con salsa della Riviera, bue brasato con legumi, arrosto di agnello con insalata condita con olio del Frantoio Sociale della Valle di Oneglia, gelati, caffè e il vino Rossese del Consorzio della Valle Nervia» [Il congresso cooperativo ligure, «Il Lavoro», 3-5 maggio 1908].